Senza dubbio il programma di studio CLE è stata una delle esperienze di maggior rilievo della mia vita. Dopo aver provato varie volte a ottenere la borsa di studio, al quarto tentativo ci sono finalmente riuscita. Il programma ha superato le mie aspettative, è ben struttuato e copre numerose aree di apprendimento, come l'adattamento alle culture straniere e, soprattutto, diversità e inclusione. Il mio primo anno l'ho trascorso all'Università di Strasburgo, dove ho potuto frequentare seminari di mio interesse in due lingue diverse. Le lezioni sono state molto interessanti e ho avuto l'opportunità, tra le tante, di incontrare lo sceneggiatore, paroliere e poeta indiano Javed Akhtar. Un avvenimento che mi ha lasciato ricordi molto vividi e significativi. Oltre ai seminari e alle conferenze, ho partecipato ad attività culturali previste all'interno del programma, come spettacoli teatrali e visite a musei.
Ho concluso il secondo anno all'Università di Bologna, prendendo parte a seminari su piattaforma e in presenza. In questo periodo ho avuto il piacere di partecipare a un seminario della giornalista e scrittrice Antonella Beccaria, nel quale si è fatto un ampio ricorso a documentari per insegnare a scrivere in modalità Non-fiction. Un altro seminario molto coinvolgente è stato quello sulla “Simbologia e antropologia del sacro tra Oriente e Occidente”, tenuto dal professor Jean-Paul Hernandez SJ, della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli, e collegato a una visita alla città di Ravenna. Tali esperienze hanno avuto un enorme impatto su di me, in particolare per quanto concerne i diversi campi di applicazione delle culture letterarie, perché hanno dato a noi studenti un'idea precisa di cosa fare dopo il programma.
Tutto questo, insieme ad altre attività ed esperienze nei miei due anni trascorsi nel CLE, ha contribuito alla mia crescita professionale, accademica e soprattutto personale. Non solo l'aver studiato, ma anche l'aver vissuto a stretto contatto con compagni di classe di diverse nazionalità, mi ha aiutato enormemente a capire il modo di pensare altrui in svariati contesti situazionali. Ritengo che l'Europa sia un luogo di completezza e di pluralità, in grado di offrire innumerevoli possibilità di crescita. Grazie al CLE e alla mia permanenza qui, ho imparato ogni giorno qualcosa di nuovo, ma ciononostante non ho mai dimenticato io da dove vengo, quali sono le mie origini e la mia identità.
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